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Qualità della vita in città, risultato migliore dal 1990. Male traffico e trasporti pubblici.
I residenti superano quota 83mila, solo grazie agli immigrati
Il sindaco: «Bisogna ripensare la sosta per scoraggiare l'arrivo delle auto e favorire i bus»


Nel 2004, Como ha registrato la miglior qualità della vita (indice 0,64) degli ultimi 15 anni (nel 1990 era a quota 0,47). È il dato saliente della ponderosa ricerca condotta dall'ufficio Statistica del Comune di Como, diretto da Domizia De Rocchi, e presentata ieri a Palazzo Cernezzi.

Il rapporto è consultabile sul sito del Comune di Como

Il progetto di rilevazione si chiama 'La Qualità della vita a Como dal 1990 al 2004' e consiste nel monitoraggio di circa 200 dati di base che confluiscono in 135 indicatori, raggruppati in 11 aree tematiche diverse: popolazione, ambiente, lavoro, salute, stabilità sociale, sicurezza, benessere economico, casa, istruzione e cultura, traffico e trasporti, sport e tempo libero. Temi che, attraverso un sistema di ponderazione a più fasi, portano al calcolo di un indice generale di qualità della vita. Gli indici complessivi di qualità delle singole voci variano tra 0 e 1, con il livello 0 che indica il peggior livello qualitativo esprimibile dalla città, mentre il livello 1 rappresenta il risultato migliore.

Popolazione
L'indice complessivo per questa voce è 0,49, in crescita rispetto al 2003 e in media rispetto al quindicennio preso in considerazione. Tra i singoli fattori, spicca il numero di residenti nel capoluogo lariano, tornati sopra quota 83mila. Non accadeva dal 1999. A determinare la buona performance, però, sono soprattutto gli immigrati, passati dai 2.159 del 1990 ai 2.880 del 2004, con un conseguente saldo migratorio ogni mille residenti pari a 4,96 contro il -1,08 del saldo naturale ovvero del bilancio tra il numero di persone nate e quelle decedute.

Ambiente
Buone notizie dai parametri ambientali (indice complessivo molto alto, pari a 0,83) pur con la discutibile assenza dei valori delle Pm10, le famigerate polveri sottili immesse nell'aria dagli scarichi dei veicoli e dagli impianti di riscaldamento. Negli ultimi 15 anni sono calate drasticamente le concentrazioni di biossido di azoto, biossido di zolfo, anidride carbonica, benzene e toluene nell'aria. Ma - per restare all'attualità - è salita nettamente la concentrazione media di ozono nei periodi estivi: nel 1990 si registravano 38 microgrammi per metro cubo d'aria, nel 2004 erano 61,90. Produciamo anche molti più rifiuti: 35mila tonnellate nel '90, 47mila nel 2004.

Lavoro
Buono l'indicatore generale (0,68 rispetto allo 0,58 del 2003). Le persone in cerca di occupazione nel 2005 in provincia erano 9mila (7mila nel 2003), ma le persone occupate erano 255mila contro le 249mila del 2003, numero tuttavia inferiore ai 365mila del 1990. Da segnalare un dato specifico: la capacità ricettiva alberghiera in provincia è passata in 15 anni da 583mila posti a 766mila, segno di un settore in grande crescita. Nella voce generale benessere economico (indice 0,63) spicca un neo: gli utenti 'poveri' degli asili nido sono passati dal 3,26% del '90 al 16,31% del 2004.

Salute
Ottimo indicatore anche in questo caso con lo 0,72. Un unico dato emerge preoccupante: l'aumento dal '90 dei decessi per malattie dell'apparato respiratorio, da 77 a 98 del 2004, picco massimo del quindicennio. L'età media dei decessi intanto è passata da 74,23 anni a 78,75.

Stabilità sociale
Il dato complessivo è sufficiente (0,59) ma alcune voci di segno opposto svettano. Innanzitutto il crollo dei matrimoni religiosi in 15 anni, passati da 387 a 160 (i divorzi sono saliti da 105 a 127). Preoccupante, infine, il dato dei minori soggetti a provvedimenti civili: da 36 a 210 del 2004. Nella voce riferita alla casa (indice 0,69) una cifra spicca su tutte: i 4mila euro al metro quadrato per un appartamento in centro Como (erano 3.400 nel 2003).

Sicurezza
Uno degli indici più bassi: 0,53, sebbene le voci principali (scippi, furti di auto, furti in appartamento, rapine e truffe) siano in calo. Salgono, però, i tentati omicidi (da 8 del 2003 a 13 del 2004), le lesioni dolose (147 nel 2003, 344 nel 2004), le violenze sessuali (da 12 a 34) e i minori denunciati (da 22 a 45).

Istruzione e cultura
Rappresentano un'altra delle maglie nere, con l'indice fermo a 0,52. Un dato che deriva dalla perdita, in 15 anni, di 3mila visitatori all'anno per il Tempio Voltiano, di 2.200 per il Museo Archeologico, e i veri e propri crolli per le presenze in Biblioteca (da 52.711 a 26.122) e le consultazioni dei libri (da 31mila a 14mila). A mitigare queste cifre, l'enorme slancio dato dalle grandi mostre allo sviluppo culturale di Como (indice 1, il massimo).

Traffico e trasporti
L'indicatore 2004 è poco esaltante, 0,58 (era 0,71 nel 2003). Atavici i problemi del settore: dal '90, i bus hanno perso 17 chilometri di rete urbana, 3 milioni di viaggiatori e hanno la stessa risibile velocità commerciale (16 Km orari). Sono calati i treni Fs da Como per Milano (da 34 a 26) mentre i convogli delle Nord impiegano lo stesso tempo per arrivare a Milano (50 minuti dichiarati) di 15 anni fa. Dal '90, gli incidenti con morti o feriti sono saliti da 432 a 601 (2004).

Sport e tempo libero
È il fanalino di coda dello studio: indice minimo (0,47) per generale carenza di impianti sportivi. Curiosità: prima dei multisala, i cinema comaschi erano passati dai 456mila biglietti del '90 ai 320mila del 2004.

«Uno studio serio e scientifico che descrive un trend sicuramente positivo, ma che non deve alimentare entusiasmi eccessivi per le zone d'ombra che tuttora esistono». Dopo una lunga serie di lodi dirette alla dirigente dell'ufficio Statistica del Comune di Como, Domizia De Rocchi, il sindaco Stefano Bruni invita alla moderazione nella celebrazione della qualità della vita in città.
«Sono particolarmente contento del fatto che uno studio serio, basato su parametri scientifici, confermi che a Como si vive bene - ha dichiarato il primo cittadino del capoluogo - È la conferma che, tutto sommato, la nostra città è ancora un luogo dove è desiderabile abitare e vivere nel migliore dei modi. Il fatto che alcuni singoli aspetti siano migliorabili è naturale».

Un problema, però, sembra davvero eterno: la mobilità difficile. «La scarsa velocità dei mezzi pubblici - ha confermato Bruni - effettivamente fa perdere utenti e rende paradossalmente più conveniente l'uso dell'automobile. Senza creare terrore nei cittadini, io ribadisco che serve un ragionamento collettivo di tutta la città per ripensare la strategia della sosta dei veicoli, magari facendo leva sulle tariffe, per aumentare le corsie dei bus, e per scoraggiare sempre più l'utilizzo dell'auto privata per arrivare in centro».
Altro elemento analizzato da Bruni è stato l'aumento del numero di residenti in città (tornati sopra quota 83mila) ma dovuto in gran parte agli immigrati. «Effettivamente il saldo migratorio sostiene la gran parte della crescita della popolazione - ha sottolineato il sindaco del capoluogo - ma rispetto al recente passato, il saldo naturale (differenza tra il numero di nati e il numero di decessi) torna a crescere con costanza e il gap tra le due voci diminuisce. Comunque la globalizzazione è un dato di fatto, e noi accogliamo volentieri chi si vuole integrare. Diciamo no soltanto a chi viene a Como per costituire cellule di terroristi islamici».
Infine, una riflessione sul «generale benessere che vive chi risiede a Como, anche se l'aumento di famiglie povere che si rivolgono ai servizi comunali e l'effetto-euro hanno certamente aggredito e impoverito parte del ceto medio che abita in città».

L'assessore alla Statistica di Palazzo Cernezzi, Sergio Gaddi, ha infine sottolineato che «i dati alla base dello studio danno una veste oggettiva a sensazioni ampiamente percepite. Io, poi - ha aggiunto - credo addirittura che la qualità della vita a Como sia persino superiore a quella già alta emersa da questo studio».

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