Nella recente Circolare 6 dell’Istat il punto 7 è dedicato all’ “Utilizzo dei contributi censuari per spese di personale. Si chiarisce che le “spese per il personale impiegato dai Comuni nelle operazione (sic) censuarie possono non essere considerate ai fini del rispetto del vincolo di contenimento della spesa di personale (art. 1, comma 557, della legge n. 296/2006, come modificato dall’art. 14, comma 7 del d.l. n. 78/2010)”. La disposizione è importante perché libera dai vincoli della normativa citata le spese relative al personale reclutato appositamente per il censimento. Infatti tutte le disposizioni seguenti si riferiscono alla disciplina per la quale sono ritenuti ammissibili reclutamenti (leggi esterni) sia con forme contrattuali flessibili (tra cui tempo determinato e somministrazione di lavoro), sia con contratti Co.co.co, sia con prestazioni autonome occasionali.
Le perplessità, viceversa, derivano dalla mancata esplicita menzione di esclusione dai vincoli di contenimento della spesa di personale (e in particolare da quanto previsto dall’art.9 Legge 30 luglio 2010, n. 122) delle spese per il personale interno. Questa fattispecie può riguardare sia il servizio straordinario che si rendesse indispensabile per i dipendenti chiamati a prestare servizio presso l’ufficio comunale di censimento, sia la corresponsione di compensi ai coordinatori e rilevatori dipendenti comunali per le operazioni censuarie ai sensi dell’art. 14 comma 5 del CCNL del 1999 , sia (ipotesi ancora più indeterminata) per la corresponsione di eventuali compensi specifici per le attività censuarie destinate ai componenti e ai dirigenti degli uffici comunali di censimento, in analogia a quanto disposto nel 2001 con decreto del Presidente della Repubblica 22 maggio 2001, n. 276, art. 26 comma 3 .
Poiché sia le disposizioni del Piano Generale di Censimento, sia evidenti ragioni di economicità e di efficienza, consigliano di ricorrere per quanto possibile a risorse interne, e tenuto conto che comunque le spese in questione sono escluse dal patto di stabilità, appare quanto mai auspicabile e opportuna una qualche forma di chiarimento che consenta la piena operatività ai comuni.
Proviamo anche a fare un piccolo sondaggio (senza alcun valore statistico...) per vedere quali soluzioni possibili sono state adottate