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Per "tastare" il polso ai fiorentini e per sapere se sono "euroscettici", un migliaio di cittadini sono stati contattati telefonicamente dal Servizio Statistica del Comune di Firenze per rispondere alle sette domande del sondaggio promosso dall'Europe Direct dell'assessorato all'organizzazione ed ai programmi dell'Unione Europea.

Due terzi degli intervistati hanno detto di aderire all'Europa Unita e di aver fiducia in questo progetto ma il 45,4% ha detto di "sentirsi più legato al territorio", cioè al Comune di nascita o di residenza. Secondo gli intervistati l'integrazione europea ha garantito soprattutto la mobilità, gli scambi culturali (16,5%) e lo sviluppo economico-sociale (15,1%). Oltre la metà dei fiorentini lamenta un'informazione insufficiente sulle attività dell'Unione Europea. Lacune colmabili con trasmissioni locali radio o TV (per il 47,9%) o con specifiche pubblicazioni periodiche (24,6%).

"Il sondaggio nasce all'indomani delle bocciature con referendum per la ratifica del trattato per la Costituzione Europea in Francia e Olanda - ha commentato l'assessore Riccardo Nencini -, poiché l'euroscetticismo sembra non essere più una questione che riguarda solo alcuni Paesi o alcune fasce sociali della popolazione europea. I fiorentini sono per definizione dei cittadini europei. Questo sondaggio si muove in parallelo con il cosiddetto «Piano D» voluto dalla Commissione Europea per la democrazia, il dialogo ed il dibattito e rappresenta una chiave di comprensione dei sentimenti dei fiorentini; un utile strumento per le nostre politiche".
L'Europe Direct di Firenze, l'ufficio di informazione e comunicazione dell'Unione Europea nel Comune di Firenze, nell'ambito delle sue attività di monitoraggio dell'opinione pubblica, ha commissionato il sondaggio per verificare l'orientamento dei cittadini di Firenze. Il sondaggio è stato eseguito dal 7 al 13 settembre scorsi da 5 rilevatori iscritti nell'albo degli intervistatori e rilevatori statistici che hanno intervistato 802 persone estratte casualmente dall'anagrafe.
"Il sondaggio è stato svolto interamente dal Comune di Firenze, tra l'Europe Direct e l'Ufficio Statistico - ha sottolineato Natale Seremia - ed i risultati danno come segnale che il 66% degli intervistati si sarebbe detto favorevole all'Europa in caso di sondaggio. L'europeismo, secondo gli intervistati, non si traduce automaticamente in un segno di appartenenza; in realtà prevalgono le realtà territoriali".
Il campione è stato suddiviso in tre classi di età: 18-30, 31-60 oltre 61 anni per un totale di 30 fasce anagrafiche, per quartiere di residenza e per sesso.
"Il sondaggio è un modo per sapere come i fiorentini percepiscono l'Europa - ha proseguito l'assessore Nencini - ed i risultati che otteniamo nelle iniziative che periodicamente organizziamo per promuovere l'Europa dimostrano l'attenzione dei cittadini a questi argomenti. La rassegna sul cinema europeo in estate, all'istituto Stensen, ha riscosso un risultato significativo, soprattutto fra i giovani".

Questi i risultati dei sondaggi.

Prima domanda: Quale è la sua prima reazione che associa all'idea di Europa unita?
I fiorentini esprimono un forte sentimento di adesione all'idea di un'Europa Unita. Oltre il 66% degli intervistati pensa a questo obiettivo con entusiasmo o fiducia mentre non arriva al 15% la quota di coloro che considerano questo risultato con diffidenza. Solo il 3,4% si oppone decisamente ad un forte processo di integrazione politica in Europa.

Seconda domanda: In Italia il progetto di Costituzione Europea è stato ratificato per via parlamentare. Se come in altri Paesi dell'Unione si fosse scelto il referendum come strumento per la ratifica, Lei come avrebbe votato?
I risultati dei referendum francese e olandese sembra che non abbiano influenzato la scelta dei fiorentini. Se lo stesso strumento fosse stato adottato anche in Italia, il 66,5% degli intervistati avrebbe votato a favore e soltanto il 10,5% si sarebbe opposto. Il 17% degli elettori non avrebbe partecipato al voto. La percentuale maggiore dei fiorentini favorevoli alla ratifica è rappresentata dai cittadini con un'età compresa fra i 31 ed i 60 anni (34%).

Terza domanda: A suo avviso il processo di integrazione europea ha contribuito in maniera determinante a......
La mobilità e gli scambi culturali (16,5%) e lo sviluppo economico-sociale (15,1%) rappresentano per il campione intervistato le principali conquiste del processo di integrazione europea. A seguire, la pace e la democrazia (9,4%), la maggiore autorevolezza rispetto al resto del mondo (6,2%) il progresso scientifico (3,4%) e la protezione dell'ambiente (3,1%). Gli uomini sottolineano lo sviluppo economico, la pace e la democrazia mentre le donne propendono per la mobilità, gli scambi culturali e l'accresciuta autorevolezza rispetto al resto del mondo.

Quarta domanda: A suo avviso per quale di queste ragioni il progetto di Costituzione Europea non dovrebbe essere ratificato?
Questa domanda è stata rivolta soltanto alla parte del campione che ha dichiarato che in caso di referendum avrebbe votato NO alla ratifica della costituzione europea e fra i motivi di questa decisione al primo posto spicca il fatto che l'Unione Europea non terrebbe sufficientemente conto dei diritti sociali. Questo, è percepito soprattutto dalle donne (21,4%) rispetto agli uomini (10,7%).

Quinta domanda: Ciascuno di noi fa parte di una comunità a cui si sente legato per origine o consuetudine. Adesso le leggerò varie possibilità, prendendosi anche un po' di tempo, potrebbe mettere in ordine di importanza i seguenti casi?
Il concetto di europeismo cede il passo alle comunità territoriali di appartenenza. Gli intervistati hanno detto di preferire soprattutto il Comune di nascita o di residenza quale comunità a cui si sentono più legati (45,4%). Le donne con il 27,2% prevalgono sugli uomini con il 18,2%. Al secondo posto la nazione di nascita o residenza con il 24,8%, seguito dalla regione di residenza o nascita con l'11%. Soltanto al quarto posto l'Unione Europea con il 9,1%. Quasi il 10% non sa o non si riconosce in nessuna di queste comunità.

Sesta domanda: Personalmente, quanto ritiene di essere informato su quanto viene fatto dall'Unione Europea nell'ambito delle diverse politiche comunitarie?
I cittadini di Firenze ritengono di essere poco informati sulle attività dell'Unione Europea (45,1%) o addirittura per niente informati (6,5%). Soltanto il 7,4% dichiara di essere molto informato ed il 39.3% di essere sufficientemente informato. Le donne si dicono meno informate sulle politiche dell'Unione.

Settima domanda: Quali di questi strumenti ritiene possa contribuire a colmare le esigenze di informazione sul lavoro e il futuro dell'Unione Europea?
Il gap informativo evidenziato nella domanda precedente è colmabile per il 47,9% del campione intervistato mediante la realizzazione di trasmissioni locali radio o TV, mentre per il 24,6% lo strumento privilegiato è rappresentato da pubblicazioni periodiche. Seguono siti internet 5,6% e con il 3,6% sportelli informativi dedicati all'Unione Europea.

Dall'ufficio dell'Europe Direct dell'assessorato all'organizzazione ed ai programmi dell'Unione Europea, oggi arriva anche un'altra notizia: la Commissione Europea ha dato il via libera al PIANO D (democrazia, dialogo, dibattito) che fonda le basi per il dibattito approfondito sul futuro dell'Europa che si svolgerà nei prossimi mesi nei 25 Paesi dell'Unione. "Di fronte al 'no' della Francia e dei Paesi Bassi alla Costituzione europea, i capi di governo hanno chiesto un 'periodo di riflessione' per far sì che in ogni Stato dell'Unione Europea possa aver luogo un ampio dibattito - spiega l'Ufficio -. Sono i governi dei singoli stati a dover portare avanti i dibattiti nazionali ma la Commissione Europea ha un ruolo di primo piano nell'agevolare tale processo. Il "Piano D" della Commissione per la democrazia, il dialogo e il dibattito indica i principi entro i quali i governi nazionali possono progettare un dibattito sul futuro dell'Europa per trovare un nuovo consenso politico sugli indirizzi più idonei per consentire all'Europa di fronteggiare le sfide del XXI secolo".
Il Piano D incoraggia il dibattito, il dialogo e l'ascolto e gli stati membri potranno dare vita a questo processo. I Paesi dell'Unione Europea promuoveranno i dibattiti sul futuro dell'Europa e la Commissione dovrà assistere e non sostituirsi ad essi.
La Commissione Europea eseguirà una serie di feedback: il primo è previsto nel prossimo mese di aprile mentre il 9 maggio 2006 sarà organizzata una conferenza europea sul futuro dell'Europa che riunirà le principali conclusioni dei dibattiti. La Commissione preparerà una relazione di sintesi dei dibattiti nazionali per il Consiglio europeo che si svolgerà, sotto la presidenza austriaca, nel giugno 2006.
Tutto questo processo dovrebbe portare a definire più concretamente il futuro percorso dell'Europa. Queste iniziative dovranno essere attuate sia durante la presidenza Barroso che in seguito. (uc)

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