Credo che sia necessario approfondire quali variabili è previsto che vengano diffuse a livello di ACE. Già a livello comunale il numero di ipercubi previsto è inferiore rispetto a quello previsto per i livelli territoriali più ampi.
Riprendendo quanto discusso nel corso del Comitato di Direzione del 13 gennaio, dovremmo valutare le conseguenze della rinuncia ai dati socioeconomici per sezione di censimento, utili qualora si volessero le informazioni censuarie per porzioni di territorio non coincidenti con le ACE (un esempio del loro utilizzo è costituito dalle Zone Franche Urbane,
http://www.dps.tesoro.it/zone_franche_urbane/zfu_cosa_sono.asp).
Con riferimento ai microdati SIM, e alle informazioni che potrebbero arrivare dal progetto Archimede, trattandosi di elaborazioni su archivi amministrativi, contenenti tutto l’universo oggetto di analisi, non dovrebbero esserci problemi alla loro diffusione al massimo livello di dettaglio territoriale, fino alla sezione di censimento. Credo sia utile chiedere conferma all’Istat.
Credo sia necessario approfondire il tema delle Città metropolitane, e in particolare i possibili problemi di asimmetria temporale e di diffusione territoriale dei dati fra Comune capoluogo e comuni dell’Area.
Infine, ritengo necessario approfondire cosa sarà disponibile per i piccoli comuni con meno di 5 mila abitanti. Attualmente viene ipotizzato che le stime siano riferite non al singolo comune, ma all’insieme dei comuni della classe demografica di riferimento. Non dimentichiamo che per i piccoli comuni il Censimento ha finora rappresentato (con tutti i limiti che ben conosciamo) l’unica fonte di dati a livello comunale e subcomunale.
Girolamo D’Anneo