Si è tenuto il 20 febbraio scorso un incontro finalizzato a fare il punto su e a disegnare strategie per i due progetti che Istat e Usci stanno realizzando in collaborazione, uno finalizzato a descrivere le caratteristiche della professione del rilevatore e l'altro a raccogliere dati sul personale dipendente dei Comuni per giungere alla realizzazione di un efficiente piano di gestione delle risorse umane.

Sul primo progetto, la discussione è stata aperta con una breve illustrazione e riflessione sui dati che, a una prima analisi, emergono dal confronto tra la rilevazione effettuata sui rilevatori della rete FOL (Forze di lavoro) dell'Istat – utilizzata come benchmark - e quella svolta presso alcuni comuni pilota sui rilevatori da loro utilizzati (121 intervistati).
Sulla base di questi primi elementi di conoscenza, è possibile affermare che i profili che emergono come dominanti coincidono tra i due gruppi che ritengono le caratteristiche della socialità, convenzionalità e intraprendenza come fondamentali per svolgere al meglio la professione.
In realtà tali profili si basano su fattori diversi nei due gruppi e, per i rilevatori comunali, a volte i dati sono contraddittori e di lettura meno trasparente rispetto a quelli della rete Fol.

Comunque, si può senz'altro affermare che ci sono da una parte i tuttologi, cioè quelli che ritengono di dover sapere tutto di tutto e, dall'altra, quelli che invece privilegiano la relazione e hanno un netto orientamento al servizio.
Tutti i presenti hanno concordato sulla necessità di approfondire l'analisi e di andare a vedere anche le differenze territoriali, che presumibilmente influiscono sulle figure degli intervistati. Nel 2008, infatti, il prosieguo del progetto dovrebbe prevedere la diffusione dei risultati di questa esperienza pilota per socializzarli nel Sistema, fornendo ai soggetti Sistan non semplicemente un report informativo o il racconto/descrizione dell'esperienza (che rischiano di essere poco apprezzati) ma anche, e soprattutto, strumenti per migliorare la selezione e la formazione dei rilevatori utilizzati nei Comuni.

A quest'ultimo proposito, l'azione formativa, per essere efficace e creare identità di scopo, va mirata non solo sugli aspetti tecnico/contenutistici legati all'indagine ma deve anche puntare su fattori motivazionali, di mission, trasversali rispetto alla professione; con uno slogan, non semplice istruzione all'uso ma formazione al ruolo. È evidente che, per raggiungere questo obiettivo, non basta rilasciare un semplice manuale o moduli formativi ma occorre disporre di un ottimo team di formatori. L'operazione formativa potrebbe avere come corollario anche il rilascio di un certificato di qualificazione, una sorta di Iso per il rilevatore, spendibile anche sul mercato. E' evidente che la complessità dell'operazione implica una condivisione strategica del top management dell'Istat. Istat stesso, inoltre, verificherà la praticabilità di un finanziamento da parte del Ministero del lavoro per un progetto formativo di ampio respiro o basato su esperienze pilota.

Per quanto riguarda invece l'aspetto della selezione, dai dati si possono evincere interessanti indicazioni che possono guidare le scelte delle amministrazioni comunali. Per esempio, informazione sugli interessi e sulla concezione del proprio lavoro, aspetti precedenti al momento formativo, che possono indirizzare il reclutamento verso le tipologie caratteriali/valoriali che meglio rispondono alle finalità della professione.
E' stata infine richiamata l'importanza di socializzare l'esperienza, anche per le caratteristiche innovative di collaborazione con Usci, attraverso modalità differenziate quali ad esempio il web, la pubblicizzazione nella prossima Conferenza nazionale di statistica, un evento dedicato.


Relativamente al secondo progetto è stato comunicato lo stato delle attività finora prodotte. In particolare è stato evidenziato che nel mese di novembre 2007 si sono conclusi gli incontri di presentazione dell'indagine presso i comuni che hanno aderito al progetto. Alcuni di essi hanno già effettuato l'estrazione dai propri archivi dei dati sul personale dipendente e hanno provveduto ad inviarli al gruppo di lavoro. Altri dovrebbero completare le operazioni nei prossimi giorni.

Prendendo spunto dalle perplessità sollevate dal comune di Roma circa possibili contestazioni per violazione della privacy dei dipendenti, è stata ribadita la legittimità dell'operazione, richiamando anche il probabile futuro inserimento nel Programma statistico nazionale.
In questa fase l'attenzione è stata orientata a selezionare le informazioni, rendendo omogenee le differenti modalità di archiviazione al fine di individuare significativi indicatore di sintesi. In tal senso, è stata anche prodotta una prima elaborazione sui dati del Comune di Firenze per evidenziare i livelli di soglia affinché una variabile possa essere considerata utilizzabile.

Il team al lavoro si è impegnato a fornire le metodologie atte a costruire un primo quadro descrittivo entro il mese di giugno. Tutti i presenti hanno quindi concordato di rimandare a un nuovo incontro la conferma o meno se i dati prodotti consentono di approcciare taluni tipi di analisi statistiche e quindi definire le linee strategiche per la valorizzazione e generalizzazione dei risultati.