Il 9 aprile si è tenuto, nella sede ISTAT di via Ravà in Roma, il primo incontro del Comitato Consultivo per la preparazione a livello regionale del 6° Censimento Generale dell'Agricoltura.

Componenti di tale Comitato, in rappresentanza dell'ANCI, sono i colleghi Rocco Bellomo, del Comune di Verona e Annunziata Brugioni, del Comune di Pistoia, in qualità di membro supplente; entrambi sono membri del Comitato di Direzione dell'USCI.

Stato sostanziale dell'arte è che la lista delle aziende da rilevare trarrà origine dall'incrocio di dati amministrativi di varia provenienza. Un incremento notevole alla lista, e quindi una sovracopertura, viene dai dati dell'Agenzia delle Entrate, poiché è palese che i terreni posseduti dal signor X possono non rientrare, innanzi tutto per ampiezza, nell'universo delle unità da rilevare.

Per arrivare a selezionare, secondo modelli statistico/matematici accettabili, questa grande mole di dati amministrativi e ottenere la lista precensuaria, a partire dall'ottobre 2008, e fino al marzo 2009, verrà effettuata una rilevazione campionaria affidata alle Regioni, svolta attraverso un questionario in short form, massimo di due pagine, e interviste faccia a faccia su una selezione di Comuni, la cui scelta viene appunto demandata alle Regioni in base a determinati criteri, fra i quali innanzi tutto l'esclusione delle città capoluogo di provincia e di quelle dove il numero di aziende era, al Censimento 2000, superiore a 1500.

In Toscana, a esempio, saranno interessati alle operazioni 15 Comuni per un totale di 800 aziende. Discreto dibattito ha suscitato la presentazione de "I risultati della rilevazione dei costi diretti sostenuti dai Comuni" in occasione del 5° Censimento, rilevazione effettuata dall'ISTAT in 186 Comuni distribuiti nelle varie Regioni e finalizzata a quantificare il costo per unità di prodotto per ripartizione territoriale e per classe demografica dei comuni. Queste informazioni sono state poi utilizzate dall'Istat nelle elaborazioni necessarie a determinare lo stanziamento finanziario da richiedere per l'esecuzione dei prossimi censimenti.

Molto interesse ha destato, da parte di numerosi rappresentanti delle Regioni, soprattutto la spesa sostenuta per il personale e da molti è stata indicata la necessità di individuare a priori "un modello gestionale" cui i Comuni o altri organi intermedi possano in generale attenersi. L'Istat ha lasciato intendere che il Comune deve essere lasciato libero di individuare quello che è il miglior modo di suddividere il danaro disponibile; pur essendo pienamente d'accordo sul fatto che investire molto sulla preparazione, e di conseguenza la selezione, dei rilevatori torna a vantaggio di una buona compilazione dei questionari, il rappresentante ANCI e USCI ha sottolineato quale terribile impresa sia stata quella di gestire i rilevatori nel corso dell'ultima tornata dei Censimenti Generali (adesioni in massa e fughe altrettanto numerose da parte dei giovani, a esempio). Avendo ricontrollato alcune disposizioni ISTAT, ci si è riservati di far notare prossimamente ai colleghi del Comitato che con le 45.000 lire in totale che l'ISTAT avrebbe poi versato ai Comuni per ogni questionario debitamente compilato, non si potevano certo inventare grandi modelli gestionali.

Annunziata Brugioni